Nel secondo trimestre del 2020 è stato registrato un calo del fatturato del 20%  nell’86% delle imprese. L’obiettivo era quello di vedere l’effetto covid-19 sul settore tessile-abbigliamento-moda. Su un campione di 360 aziende risulta che il 96% ha registrato una flessione di fatturato nel secondo trimestre dell’anno in corso e solo il 10% è riuscito a contenere le perdite entro il 20%. Riguardando agli ordini effettuati durante il 2020 emerge che solo il 4% ha registrato commesse invariate o in crescita, mentre il 5% ha contenuto il calo entro il -10%. La restante parte accusa cali superiori e il 20% ha subito un crollo superiore al 70%. La flessione media degli ordinativi risulta pari al -37,3%, nel primo trimestre era stata del -40,5%. Pessimo il 2020 anche se si guarda in prospettiva: la flessione media annua è prevista al -32,5% rispetto al dato 2019, ovvero 30,3 miliardi di euro in meno.

Fino a metà agosto le aziende stanno evadendo gli ordini pre covid-19, al netto degli annullamenti ricevuti, con un calo stimato ad oggi nell’ordine del 20-40%, Nei mesi successivi invece si prevedono cali maggiori, visto che i negozi hanno tante rimanenze per il periodo di stop forzato. Si stima una prima ripresa da febbraio 2021, anche se la tendenza del fashion system sta andando verso meno uscite durante l’anno e quindi si vedrà se i volumi saranno in futuro gli stessi. La preoccupazione è che il calo della domanda a lungo termine possa precludere una filiera che era stata strutturata per le capacità produttive pre-covid e che quindi si possano perdere realtà artigianali importanti e una certa manualità, soprattutto in riferimento alle più piccole manifatture.

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